A Bianca piacciono le cose vere, quelle che ritrova nell’esoterismo oppure con un po’ di introspezione, perché in un mondo dispersivo, che rincorre fantocci, capita che si scoprano più verità nelle dimensioni magiche ed oscure che custodiamo dentro noi stessi.

Le dimensioni di Bianca sono spazi colorati, la gamma di cui ci si circonda è essenziale, perché i colori influenzano lo stato d’animo. Farci caso, forse, è una questione di innata predisposizione. Bianca si è sentita da sempre vicina a questa forma d’espressione e la vive con un senso di responsabilità, crede che le scelte cromatiche e l’armonia che ne deriva, possano contribuire alla salvezza di un mondo che corre, si affatica e lo fa senza averne contezza. “Tutti corrono, ma dove corrono? Nella tomba?” Mi fa ridere ed è pertinente.

Almeno lei si è fermata e ha cominciato a ricamare. Un lavoro che procede con lentezza e le consente di meditare. La realizzazione dei ricami richiede tempo e dedizione.

Un tempo che le permette di guardare ciò che ha dentro, di portare luce nelle zone meno chiare di se stessa, alla stregua di una terapia. Bianca definisce il suo lavoro “un’arte riflessiva”, che le consente di creare un contatto tra le parti più nascoste di sé e chi riconosce le sue creazioni. Nient’altro che una forma di comunicazione.

Comunica attraverso i simboli, quelli che appartengono all’immaginario collettivo e quelli che fanno parte del suo: trasforma in disegno quello che sogna. “Ci metto un po’ di tempo ad interpretare ciò a cui do forma. Faccio i conti con il mio inconscio, insomma.”

La tecnica nel suo lavoro è una componente fondamentale ma forse non è l’ingrediente determinante. Si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e si forma nello studio di Renato Di Martino dove si appassiona alla lentezza e alla minuziosità della pittura ad olio.

Durante il secondo anno di formazione in Accademia nasce la passione per il ricamo e l’idea di unire le due tecniche. Ma dipingere con i fili non è tecnica, è istinto, qualcosa in cui Bianca sente di essere guidata, quasi come se rispondesse ad una chiamata. E’ un atto talmente naturale da sembrarle inspiegabile. “Quando mi chiedono con che tecnica realizzo i miei ricami, non so mai rispondere perché la mano va un po’ da sé, seguendo quello che ho dentro.”

Un atto che lei stessa definisce “autentico”.

L’autenticità l’ha imparata in Cile, durante l’anno che ha trascorso lì con Intercultura. Un’esperienza che ha radicalmente cambiato la sua esistenza permettendole di vivere in una dimensione di estremo contatto con la natura.

Quei luoghi hanno una carica energetica molto forte, l’atmosfera che vivi è magica, riesci a percepire qualcosa che la scienza non può ancora spiegare.”

Sembra la strada per riconnettersi ai segreti dell’esistenza, quelli esterni e quelli che custodiamo dentro di noi, chissà quanto siano poi diversi, chissà se scoprire un paesaggio interno non sia poi una scoperta universale e viceversa.

Quello che ha scoperto Bianca è che rifiutare alcune convenzioni può essere il principio per vivere una vita un po’ più consapevole e prossima all’essenza di se stessi. Piuttosto che avvicinarsi a percorsi professionali più strutturati, che avrebbero implicato un alto tasso di competitività, Bianca voleva trovarsi nella condizione di poter trasmettere sempre qualcosa di vero, qualcosa di sé.

Dipingere, con il filo o con il pennello, le permette di non disattendere questa forma di impegno verso la magia della vita.

L’esperienza sudamericana l’ha allontanata anche dal consumo di carne portandola a sviluppare una forte etica ambientale. I tessuti su cui ricama sono tutti vegani, composti con fibre vegetali, oppure tessuti di seconda mano acquistati presso i mercatini.

Ma ciò che più conta è l’energia unica che lei prova a trasmettere con i suoi fili. Ogni disegno ha delle energie differenti, ma sempre positive.

Bianca cerca la luce, fare i conti con se stessa significa avere il coraggio di guardare le proprie fragilità per farle risplendere, per regalare nuove prospettive che permettano di apprezzare a pieno scorci di vita.

Il mondo di Bianca mi sembra basato sulle logiche di un’estetica che non t’inganna con le sue forme, che non si piega alla ricerca di un consenso, ma apre le porte a chi difronte alla vita si sente sempre un po’ nudo.

Seguendo la scia di questa bellezza, ogni strada è possibile, ogni strada è credibile, anche quella che leggi sulla tua mano.

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