Se lo scambio commerciale è una forma di relazione tra uomini, allora risponde a prerogative personali. Per Maria Pia Cassese, artigiana e imprenditrice, libertà e fiducia sono due componenti necessarie. Vendere è un atto di incontro.
Maria Pia investe ore intere del suo tempo nella ricerca del prodotto artigianale da creare e da vendere. Distinguere qualità, innovazione, originalità e cultura è indice di acquisti consapevoli, quelli che Maria Pia promuove presso Amaltea, il piccolo spazio aperto al vomero una decina di anni fa.
Qui raccoglie le creazioni di artigiani locali e artisti e lei stessa, su commissione, realizza prodotti per cerimonie ed eventi.
Entrare da Amaltea significa essere travolti da colori, dettagli, composizioni e materiali e lasciarsi avvicinare da quegli oggetti in cui ci si riconosce di più, intercettati in qualche angolo del negozio, sulle mensole, alle pareti.
Una ricerca che andrebbe veicolata il meno possibile dal commerciante, secondo Maria Pia, perché ciò che avvicina il cliente al prodotto è un desiderio, o meglio una corrispondenza.
Sostiene che l’acquisto, così come la vendita, siano gesti da compiere con attenzione, difendendosi dalle influenze dominanti. E solo in questi termini, cioè affermando se stessi e il proprio pensiero in una scelta di consumo, è possibile tracciare le dinamiche del mercato e non subirle.
” É stato mio nonno a formare il mio grande amore per il pensiero, per l’etica, per la cultura. Mia figlia Flavia dice che parlo di lui tutti i giorni.” racconta Maria Pia, ripercorrendo le radici delle sue scelte professionali.
Nipote di Franco Girosi, pittore paesaggista napoletano, inizia molto giovane la sua formazione da artigiana apprendendo il restauro pittorico presso la bottega di Bruno Arciprete a Capodimonte, per poi spostarsi a San Gregorio Armeno dove scoprirà definitivamente passione e abilità per il lavoro manuale.
Ed è in questi lavori che Maria Pia può esprimere al meglio il suo bagaglio culturale e umano, far confluire la sua creatività e gli anni trascorsi a studiare e a imparare che cosa significhi realizzare un prodotto, a partire dalla conoscenza profonda dei materiali.
“A mio padre devo questo approccio consapevole ai materiali; mi ha trasmesso l’importanza di riconoscere ciò che ci circonda: angolo, volume, peso specifico.” racconta. I prodotti di Amaltea sono tutti in carta, seta di San Leucio, alluminio, vetro, legno, plastica riciclata, alberi di carbonio riciclato e ceramica.
Mentre chiacchieriamo la parola consapevolezza ritorna spesso, partire dalla propria cultura, dalle proprie radici per aprirsi all’innovazione e lasciarsi influenzare con cognizione dalle avanguardie internazionali è il presupposto necessario per dare forma a prodotti ricercati.
C’è una tradizione artigianale che però, più di tutte, rapisce l’animo di Maria Pia ed è quella degli stampi antichi con cui venivano realizzati i fiori di carta nel 1600. É un processo che prevede più fasi, me lo mostra nel suo laboratorio a via Solimena, dove conserva una macchina che risale al 1949: con lo stampo si definisce la forma della foglia o del fiore, mentre la fustella ne permette il taglio.
In poco tempo un pezzo di carta informe, si trasforma in un fiore che sembra quasi naturale. “Non mi sono mai piaciuti i fiori finti, di plastica. Ma questa è tutt’altra cosa.” me lo dice mentre mette nelle mie mani il prodotto finale.
Mi parla poi dei fiori realizzati ispirandosi ai disegni di Riccardo D’Alisi, artista e designer di fama internazionale e mi ritrovo a sfogliare un vecchio album con le fotografie di tutti quelli realizzati nel tempo. Più di vent’anni di colori, accostamenti, composizioni. Più di vent’anni investiti nella bellezza che ama, dedicati a ciò di cui ha quotidianamente bisogno.
“Vedi Lea, la bellezza è un concetto complesso, un nodo che ti porti dentro, è la consapevolezza di chi sei e la scelte che fai per farla emergere, soprattutto nei momenti più dolorosi”.
La bellezza di Mariapia è semplice, mani a lavoro, tanta passione, pochi orpelli. É la scelta che fa quando vende, con lo scopo di offrire una vetrina a prodotti tanto ricercati quanto accessibili a chiunque; nella sua visione del commercio rientra l’idea che alla bellezza ci si arrivi indiscriminatamente, senza barriere culturali, ma con un’apertura dell’anima.
Perché forse uno dei criteri più importanti per compiere acquisti consapevoli, non è lo spessore culturale, ma la capacità di riconoscere cosa sia il valore, una capacità che appartiene più all’anima che all’intelletto.
É in quest’ottica che lo scambio commerciale si svincola da una pura dinamica utilitaristica e diventa incontro. “I fenici dicevano che il commercio è il primo stadio per una società civile, è un anello sociale.” afferma Maria Pia ed è ciò che nel suo piccolo porta avanti creando dimensioni di relazione e fiducia.
E così come il mercato nasce dall’incontro tra domanda e offerta, sulla base di un riconoscimento di valore, inevitabilmente saranno i clienti più sensibili, quelli capaci di emozionarsi profondamente di fronte ad un oggetto, che si avvicineranno ad Amaltea, compiendo assieme a Maria Pia un acquisto che non è altro che la tappa finale di un percorso di bellezza.