L’acqua è alla base della vita e delle attività economiche, finché non è l’attività economica stessa a distruggerla e a trasformarla in materia morta che morte porta con sé.
È così che il fiume Sarno, trascina nel suo letto un disastro ambientale che scorre indisturbato da quarant’anni.
A disturbare l’opinione pubblica e la cittadinanza dei quartieri limitrofi al corso ha cominciato a farlo, invece, l’associazione Controcorrente – per il Sarno che verrà , che da tre anni ha indetto un’iniziativa per commemorare il fiume in prossimità della festa dei morti.
Quest’anno nel parco che fiancheggia il corso d’acqua, in collaborazione con l’associazione Artenauta, la celebrazione ha preso forma attraverso una performance teatrale intitolata “Il declino del Dio Sarno”.
Hanno assistito all’evento una quarantina di persone, paragonate alle 6.000 circa che popolano la zona a ridosso del fiume mostrano una proporzione che potrebbe evidenziare una mancanza di interesse o forse di consapevolezza.
Certo, risulta difficile da immaginare. Nella frazione di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, là dove Solofrana e Cavaiola si uniscono e danno origine al Sarno, l’acqua scorre marrone e l’odore di fogna è così intenso che la consapevolezza della problematica è un riflesso istintivo.
Forse, più del resto, vige una comune rassegnazione. L’abitudine all’essere parte di un disastro ambientale.
Un muro di lassismo che dal 2018 sta provando ad abbattere l’associazione Controcorrente nata per iniziativa di tre giovani uomini che dalla nascita abitano nello stesso palazzo a ridosso del fiume, Gaetano Maria Iannone, Mario Orlando, Nicola Granato.
Accomunati dall’esigenza di sensibilizzare i propri concittadini e di generare azioni propulsive che comportino dei cambiamenti effettivi, si uniscono nel tempo una trentina di attivisti sul territorio.
L’elevato tasso di inquinamento delle acque del fiume Sarno è il risultato di due problematiche: da una parte vi è l’assenza di un impianto fognario collettato, ovvero dei tubi che colleghino le abitazioni civili al sistema depurativo, che ha comportato l’immissione dei reflui senza alcuna forma di filtraggio.
“Funziona esattamente come a Pompei nel 79 d.C, ma siamo nel ventunesimo secolo.” ripetono spesso i ragazzi.
Questo implica che i livelli di Escherichia Coli rilevati nell’acqua siano elevatissimi, il che rende il fiume non solo non balneabile, ma nemmeno sfruttabile in ambito agricolo. L’acqua infetta in pratica non può essere utilizzata per irrigare i campi.
Il secondo aspetto della problematica è legato alla concentrazione industriale dei paesini che fiancheggiano il corso d’acqua, nello specifico al polo conciario di Solofra, dove dagli anni 70′ centinaia di aziende lavorano la pelle per capi di alta moda, attraverso l’utilizzo della concia.
Questa tecnica prevede l’utilizzo di metalli pesanti come il nichel, il cromo e il cadmio, che senza un sistema di depurazione adeguato, vengono riversate nel fiume, colorando di rosso e di nero alcuni tratti del corso d’acqua .
Tra Nocera e Solofra c’è infatti un enorme impianto che non riesce a filtrare la mole di liquami e a Mercato San Severino, comune della provincia di Salerno, è possibile vedere come da un canale di sbocco l’acqua fuoriesca anziché depurata, completamente putrida.
Queste sostanze tossiche provocano tumori rari, circoscritti ad organi precisi e malattie neuro degenerative. Sono molti i conoscenti o i parenti dei ragazzi che si sono ammalati ricevendo queste diagnosi. Sono stati anche dolori così forti ad essere il motore propulsore per la costruzione di una coscienza collettiva.
La storia di Clelia Cesale ad esempio, è una di quelle che ha destabilizzato e al contempo mobilitato di più i ragazzi. Clelia è morta a poco più di 50 anni per via di un tumore polmonare che l’ha portata via nel giro di qualche mese. Abitava nel palazzo accanto a quello di Gaetano, Mario e Nicola. Episodi tragici come questo sono stati riscontrati diverse volte anche nel quartiere Cicalesi, sempre in prossimità del fiume.
Eppure ci si muove su sempre su un filo, con il rischio di cadere nella negazione per la mancanza di dati. Il registro tumori della Campania non è aggiornato dal 2013.
La resilienza, la rabbia, il rifiuto di forme di ingiustizia e oppressione hanno però contrastato con determinazione l’assenteismo delle istituzioni e la comune accettazione dilagante di un sistema economico produttivo ritenuto per troppi anni vincente.
Dopo una serie di azioni, attività e iniziative provocatorie Controcorrente non solo riesce a smuovere le coscienze dei concittadini, soprattutto attraverso il lavoro nelle scuole, ma arriva anche ai tavoli istituzionali, passando dai comuni dei paesini interessati, alla Regione, fino alla politica nazionale e al Parlamento Europeo.
Nel 2019 viene indetto il primo convegno scientifico, dedicato proprio a Clelia Cesale, con esperti, tecnici, medici e politici per discutere in maniera complementare la questione.
Nel 2020 gli attivisti riescono a coinvolgere altre 50 associazioni del bacino geografico del fiume Sarno impegnate sulla tematica, tra cui Orma Verde, Acquamunda, StayAngri. Dalla collaborazione è nato un manifesto che metteva in evidenza tutte le problematiche con richieste precise di intervento.
Il documento è arrivato sulla scrivania del Presidente della Regione Vincenzo De Luca con il quale hanno potuto dialogare frontalmente Gaetano, Nicola e Mario.
Nello stesso anno è stata varata la manovra che permette la costruzione del collettamento fognario. Dovrebbe terminare nel 2025.
Il resto si chiama business e dovrebbe prevedere una dura lotta attraverso interventi della politica e della magistratura per sanzionare le attività industriali.
Le aziende lavorano sul fiume Sarno perché l’acqua serve in tutte le dimensioni aziendali e questo appartiene alla storia perché è proprio a ridosso dei fiumi che sono nate le attività commerciali. Invertire però le tendenze di produzione è ormai una manovra necessaria. Promuovere sinergie con le varie amministrazione del bacino ideografico è la strada che Controcorrente sta provando ad intraprendere quest’anno.
Se la concia accelera il processo produttivo e dunque i margini di profitto, il costo di una risorsa inutilizza e dannosa per chiunque vi entri in contatto, come Sarno, il fiume più inquinato d’Europa, dimostra come in un’analisi di costi e benefici che vada oltre la visione miopica di un semplice bilancio aziendale, questo sistema sia carente.
Il reportage fotografico è a cura di Thomas Francia, fotoreporter emiliano che si è dedicato al racconto delle battaglie di Controcorrente dal 2018.