Apollo si innamora di Cassandra, figlia di Priamo re di Troia, e le offre il dono della preveggenza in cambio di una notte d’amore. Di fronte il rifiuto della donna, Apollo frustrato, fa come per darle un semplice bacio. Ma le sputa in bocca. La previdenza è si concessa, ma Cassandra sarà condannata a non essere mai creduta.
Hanno due case Le Kassandre, entrambe a Ponticelli, che sembra un quartiere piatto, strade palazzi e spazzatura schiacciati sulla medesima dimensione di un quadro sterile, privo di prospettiva. La sede del centro antiviolenza del comune di Napoli per la IV e VI Municipalità ha lì solo due uffici, di un severo minimalismo, che hanno trovato spazio in un ex centro polifunzionale dove avvengono i servizi di prima accoglienza.
Nata da un incontro di storie di donne e delle loro lotte, Le Kassandre prende vita nel 2004 come associazione culturale di promozione sociale, ponendosi l’obiettivo di coniugare impegno professionale e promozione dei diritti delle donne, parità di opportunità ed educazione delle nuove generazioni.
“Tutto è iniziato in modo casuale,” mi dice Elisabetta Riccardi, psicologa e fondatrice dell’associazione, Presidente della stessa per diciassette anni, “come spesso accade nelle storie più belle: da un dottorato sull’identità di genere è nata l’idea di fare qualcosa di concreto per supportare le donne nella società.”
L’associazione Le Kassandre opera su diversi fronti per contrastare la violenza di genere, attraverso attività come consulenze legali e psicologiche, interventi nelle scuole, cineforum, seminari e incontri culturali. Inoltre, promuove la consapevolezza e l’accettazione delle differenze, valorizzando le donne sia come professioniste sia come custodi di culture e identità uniche. Il movimento è supportato da un gruppo di donne coraggiose e professioniste che offrono supporto psicologico, psicoterapeutico e legale. Un elemento centrale dell’associazione è lo Sportello Donna, attivo dal 2006 e parte della Rete Nazionale Centri Antiviolenza 1522, integrato nella rete antiviolenza del Comune di Napoli. Dal 2010, con il primo finanziamento ricevuto, l’associazione ha registrato un aumento significativo delle richieste di aiuto.
È una delle ultime domande che rivolgo ad Elisabetta, quello della scelta del nome Kassandre. E indipendentemente dalla versione del mito che si considera, nulla appare più profetico delle parole stesse: esse portano una verità che non può essere negata. Eppure.
Eppure a donne come Filomena Tutino è stato negato troppo, non ancora tutto. Mi dice che ha imparato presto a fingere di svenire. Lui le dava il famoso calcio finale, alla pancia, poi la smetteva. “Finalmente è morta sta puttana” e spariva. “La morte fisica è l’ultimo gradino“ sussurra Filomena, “prima di essa c’è un calvario inspiegabile”.
Cassandra avverte invano i Troiani del pericolo del cavallo di legno, ma questi lo accolgono comunque in città. Troia è devastata. Scappa così nel tempio di Atena, ma viene raggiunta dal greco Aiace, che la strappa con forza dalla statua della dea, alla quale Cassandra s’era aggrappata come supplice. La violenta.
Gli abusi di Filomena iniziano subito dopo il matrimonio, ad appena vent’anni e con un figlio di uno e mezzo. Fatica a denunciare anche dopo la nascita del secondo, e quando ci si chiede il motivo che induce ad una tale dimensione di impotenza, non esiste una sola risposta:
“Diversi sono i fattori che impediscono alle donne di denunciare la violenza subita” Alessia Spinella, psicologa dell’associazione addetta ai primi colloqui, durante i quali si tenta di aumentare la consapevolezza sulla situazione di abuso in cui ci si ritrova, valutandone il livello di rischio, che talvolta può rivelarsi molto grave e richiedere interventi di protezione immediati.
“Uno di essi è di natura culturale, radicato in modelli consolidati che sembrano esigere il rispetto di ruoli predefiniti. L’altro è di natura psicologica: la violenza è accompagnata da manipolazioni che compromettono la capacità delle donne di prendere consapevolezza della propria situazione, rendendo difficile mantenere lucidità.
La posizione di successo economico di lui priva Filomena di un’altra libertà. Alessia spiega:
“In molte confessano di essere tornate indietro perché pensavano di non potercela fare da sole. La violenza economica è sottovalutata ma estremamente concreta: senza la libertà di gestire il proprio denaro, anche le azioni più quotidiane diventano difficili, come fare la spesa. È una sorta di trappola che si autoalimenta.”
Filomena tenta di lavorare come cameriera in un ristorante e a fine turno tornando a casa a piedi, lui l’aspetta lungo il percorso, le urla puttana, le sputa addosso. È la fine del 2016, Filomena dà alla luce il terzo figlio e non ha più i capelli. Ogni specchio è sparito dalla casa.
“Una volta, dopo avermi buttato il secchio dell’acqua per lavare i pavimenti addosso , digitai il numero della polizia, la telefonata partì in automatico e dall’altra parte sentirono tutto. Poco dopo mi sono ritrovata la pattuglia sotto casa. Ebbe l’allontanamento immediato, ma non andò in carcere.”
Ma anche in quell’occasione ritira nuovamente la denuncia. “non ti crederà più nessuno ora”, diceva lui. “Per la legge sei solo una pazza.” Diceva. È in questura quando viene a conoscenza de Le Kassandre.
Nella divisione del bottino di guerra, Cassandra è assegnata come concubina ad Agamennone. All’arrivo in patria, li attende Clitennestra, moglie del re, desiderosa di vendicare il sacrificio della figlia Ifigenia avvenuta per mano del padre. Profetizzando l’imminente assassinio di entrambi, ma sapendo nuovamente di non essere creduta, Cassandra entra nel palazzo a testa alta, come una giovenca che si avvia al suo destino di morte.
Incontro l’intera associazione ad una riunione di aggiornamento che si svolge nella sede dell’associazione, una casa vera e propria: sedute in cerchio nel salotto, sembrano delle matriosche, contenenti l’una l’idea dell’altra. È lì che mi rendo conto della loro lotta incessante e quotidiana; che le sfide attuali non sono solo un’emergenza temporanea, ma riflettono un problema strutturale che richiede risposte complesse.
Negli ultimi cinque anni, il numero dei CAV in Italia è cresciuto significativamente, ma il personale non è abbastanza, oltre ad essere mal pagato e distribuito in modo disomogeneo. I finanziamenti del Ministero per le Pari Opportunità arrivano con ritardi e sono spesso insufficienti per garantire la continuità operativa dei Centri. Strumenti come il Reddito di Libertà, (un supporto economico destinato alle vittime di violenza di genere per favorire l’emancipazione e l’autonomia economica dove però non rientrano tutte le vittime) il crowdfunding, borse di studio e percorsi formativi non bastano per garantire l’autonomia economica. È cruciale che lo Stato si assuma la responsabilità di un ruolo più attivo e coerente per assicurare che il supporto alle vittime di violenza sia un diritto effettivamente garantito, in linea con i principi costituzionali che pongono il sostegno ai diritti civili e sociali come priorità.
La Cassandra di Christa Wolf non si distanzia completamente dal mito greco:
La sacerdotessa aspetta stoicamente la propria morte fuori Micene, desiderosa di rimanere lucida fino alla fine. È in questa attesa che la memoria riemerge in ricordi frammentari, di un‘infanzia vissuta in un dominio patriarcale, dove la violenza reprimeva libertà e conoscenza.
La scelta di dare il nome dell’associazione in onore della Cassandra della scrittrice tedesca non è casuale: se non è questo il caso di contestualizzare il romanzo, basta tracciare la ribellione alla subalternità maschile che la figura mitologica rappresenta, nonostante fallisca nel proprio intento. È quindi un omaggio a donne dotate di visione, troppo spesso ignorate e discreditate.
Per intenderci, un bel mucchio di bugiarde.
Cassandra per la storia potrà aver fallito, Le Kassandre stanno riuscendo a dimostrare il contrario. Filomena ci sta riuscendo. Da più di cinque anni è la loro portavoce.
Filomena ora si specchia. S’è qualificata come operatrice socio assistenziale (OSA), recita a teatro, non smette di cercare un’occupazione. Ora ha denunciato e sta affrontando processi dai quali esce sempre a testa alta.
“Non ti crederà nessuno”, diceva lui, “sembrerai solo una pazza”, diceva.
È madre di tre figli maschi, onesti lavoratori, dai solidi valori. Ed è labile il timore che possano emulare in qualche modo i comportamenti del padre: loro le credono.
Ma per qualcuno, questa sarà sicuramente un’altra bugia.
Reportage fotografico a cura di Kristel Pisani Massamormile
Photo editing a cura di Giuseppe Carrella
Se sei vittima di violenza, chiama subito il 1522, numero gratuito e attivo 24 ore su 24, accoglie le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking con operatrici specializzate.
https://www.interno.gov.it/it/contatti/rete-nazionale-antiviolenza-sostegno-donne-vittime-violenza
Rivolgiti alle Forze dell’Ordine ( ai Carabinieri chiamando il 112, alla Polizia digitando il 113), al Pronto Soccorso chiamando il 118, ai Vigili del Fuoco chiamando il 115.
Per una mappatura efficace dei Centri Antiviolenza (CAV) nella regione Campania, visita il seguente link:
Per una mappatura dei CAV a livello nazionale, visita il seguente link: https://www.interno.gov.it/it/contatti/rete-nazionale-antiviolenza-sostegno-donne-vittime-violenza
Per conoscere tutte le informazioni necessarie sull’attività de Le Kassandre, visita il seguente link: http://www.lekassandre.com/