A Via Domenico Cirillo non ci andavo quasi mai. Se non fosse stato per la Chiesa di San Giovanni a Carbonara, nemmeno me la sarei ricordata nel tempo probabilmente. È una strada con pochi negozi, qualche bar, abbastanza trascurata, in alcuni tratti ci sono i lavori in corso e la sera i lampioni non funzionano.

Ma da quando ho messo piede nel condominio dove ha sede Quartiere Latino quella strada per me è ora un luogo della città, uno spazio familiare, in cui ho voglia di andare.

Esposito, opera di Fabrizio Cicero all’esterno del condominio – Kristel Pisani Massamormile

Che sia un museo di opere permanenti ci vuole poco a dedurlo. La prima in cui ci si imbatte è un finto citofono, dove “Esposito” è l’unico cognome presente. L’opera di Fabrizio Cicero è un omaggio alla storica ruota dei neonati abbandonati, la Ruota degli Esposti.

L’opera è anche un incentivo involontario alla relazione, perché chi vuole accedere al condominio si ritrova disorientato dalla presenza di un citofono inutilizzabile e chiede di solito aiuto ai condomini. Il museo è all’interno di un condominio, abbastanza dissestato, situato al numero 18 di Via Domenico Cirillo.

“Nell’assenza delle regole che caratterizzano l’amministrazione di questo condomino è stato possibile crescere come l’edera infestante, l’opera di Antonella Raio.” Me lo racconta Nicola Vincenzo Piscopo, il fondatore di Quartiere Latino. L’edera infestante di cui parla Nicola è quella di una delle prima installazioni all’interno del palazzo. Le due piante accompagnano una scritta: “E se vincessero i buoni?”

Più che una domanda, sembra una sfida, quella che ha abbracciato Nicola nel 2021 promuovendo un progetto così ambizioso, con l’idea che l’arte potesse fare “qualcosa di buono” per la sua città.

E “qualcosa di buono” appare immediatamente sulla parete destra, appena varcato il portone. Sono gli animaletti in terracotta realizzati dai bambini del quartiere Sanità che aderiscono al laboratorio artistico di Paolo La Motta, dove accedono a strumenti che consentano loro di emergere da un microcosmo di bassa cultura e tramite l’arte avere l’opportunità di scoprirsi.

E la prima opportunità per scoprirsi è rappresentata dall’altro, secondo Nicola. Sono gli incontri con l’altro che ci consentono di costruire la nostra identità, possibilmente libera.

“Credo nella generosità. Sono convinto che ciò che sono oggi derivi dalla generosità umana e professionale di quelli che ho incontrato sul mio cammino e che mi hanno donato un pezzo del loro percorso” afferma Nicola.

Mi viene da associare la generosità di cui parla alla generatività, due termini che poi hanno la stessa radice etimologica. Chi è capace di donare senza utilitarismi crea uno spazio di condivisione, un terreno aperto e fertile che genererà contenuti di valore.

Nicola Vincenzo Piscopo all’interno del suo studio nell’Atelier Alifuoco – Kristel Pisani Massamormile
Studio di Nicola Vincenzo Piscopo – Kristel Pisani Massamormile
Ritratto di Nicola Vincenzo Piscopo – Kristel Pisani Massamormile

Dall’esperienza nell‘Atelier Alifuoco, l’appartamento al primo piano dove ha il suo studio insieme ad altri artisti e ultima tappa delle visite guidate all’interno del condominio, Nicola ha riscoperto l’importanza e la possibilità concreta di creare e vivere una comunità di artisti.
Sfatando il mito di un artista che rivolge lo sguardo solo all’interno, é all’esterno, nello scambio che prende vita il processo artistico.

Opening di Quartiere Latino – ofpublicinterest.eu
Nicola illustra le opere nel suo studio – ofpublicinterest.eu
Nicola con un visitatore nel suo studio – ofpublicinterest.eu
Visitatori all’interno dello studio di Nicola – ofpublicinterest.eu

D’altro canto il progetto s’ispira al Quartiere Latino del 1928, l’attico di un Vecchio Palazzo in Via Cesare Rosaroll dove un gruppo di artisti si riuniva per dipingere insieme.

Nel Quartiere Latino di oggi però questa filosofia dello scambio mi sembra trasversale, coinvolge ogni aspetto del progetto. Ogni opera è una site specific, viene progettata in base allo spazio dove verrà esposta in maniera permanente per favorire la relazione con chi la vive, anche solo passandoci accanto.

I condomini, di certo, ne sono i maggiori fruitori, c’è chi addirittura ne pretende una sul proprio pianerottolo, chi interviene durante le visite guidate e i bambini del palazzo che hanno realizzato con Lucia Schettino, una delle artiste dell’atelier, il salvadanaio che raccoglie i fondi per il progetto.

Il salvadanaio realizzato dai bambini del condominio – ofpublicinterest.eu
Nicola nello spazio comune dell’Atelier Alifuoco – ofpublicinterest.eu

La comunità che ruota attorno all’arte, insomma, va ben oltre gli artisti di Quartiere Latino.

Nicola nel video reportage che ha realizzato Nina Jotti (link a fine articolo) racconta del Signor Triscino, un condomino deceduto mesi fa sul cui pianerottolo c’è l’opera di Lucas Memmola, Fuoco Fatuo.

Fuoco Fatuo – ofpublicinterest.eu
Fuoco Fatuo – ofpublicinterest.eu
Fuoco Fatuo – ofpublicinterest.eu

Il Signor Triscino, forse, tra i condomini, era il più diffidente rispetto al progetto, fino a stringere una forte relazione con Nicola e con gli altri artisti e diventare un fervente sostenitore del progetto.

Chi la dura, la vince. All’interno del condominio, così come all’esterno. C’è voluto tempo per convincere i residenti del valore apportato al quartiere dal museo di opere permanenti. Ma nel tempo Quartiere Latino, oltre all’Antica Cantina Sepe che ha dato un sostegno fin dal principio alle attività, ha trovato al suo fianco altri due sponsor, il bar Riccardi, proprio antistante il portone del condominio e la pizzeria Lombardi, alimentando un processo di contaminazione e supporto reciproco.

Evento di street art organizzato dalla Caffetteria Riccardi – ofpublicinterest.eu
Visitatori di Quartiere Latino si intrattengono al Bar Riccardi – ofpublicinterest.eu
Street artist all’opera per la Caffetteria Riccardi – ofpublicinterest.eu

Per far crescere una comunità, soprattutto in termini economici, è necessario che si instauri un rapporto di fiducia. Ma per favorirlo è importante la comunicazione e spesso sono le barriere culturali, di linguaggio e di pensiero differenti che fanno da ostacolo.

Sono le stesse che Quartiere Latino vuole abbattere nell’approccio all’arte. Realizzare le opere in spazi inusuali, rispetto a gallerie d’arte o a musei, ne facilita l’accesso alle persone che non sono abituate normalmente ai linguaggi contemporanei.

Scatto durante la visita guidata nel condominio – ofpublicinterest.eu
Le scale del condominio e i visitatori durante la visita guidata – ofpublicinterest.eu

“Mi sono resa conto che nel momento in cui l’arte contemporanea si incontra in questo modo cosi diverso ha un impatto molto più grande sulle vite delle persone” sono le parole di Marta Ferrara, curatrice d’arte contemporanea che sta seguendo il progetto dal punto di vista curatoriale.

Marta ci ha accompagnati nella visita guidata, percorrendo insieme tutto il condominio fino all’ultimo piano. L’impatto è immediato e coinvolgente. Ci si sente avvolti dalle opere. È vero che non ci sono distanze. In parte credo sia dovuto anche al fatto che chi conduce la visita, come Nicola o Marta, ha un legame così forte con il progetto, che da ogni spiegazione trapela la cura e l’emozione di chi investe se stesso in una dimensione in cui crede.

Marta Ferrara mentre inizia la visita guidata – ofpublicinterest.eu

Oltre alle opere che sono attualmente presenti all’interno del condomino, ogni tre mesi si inaugurano tre nuove opere che si aggiungono in collezione, realizzando così una mappatura del territorio facendo un archivio storico contemporaneo e ampliando la collezione. Il 17 giugno sarà inaugurata la quarta edizione con le opere di Roberto Pugliese, Miho Tanaka, Carmela De Falco.


Erika Torlo, storica dell’arte e archivista, è entrata a far parte della realtà da qualche mese invece e si occupa della realizzazione dell’archivio storico bibliografico degli artisti e delle opere del Quartiere Latino e della ricostruzione storica del Quartiere Latino 1928.

Erika si era trasferita al Nord, dove aveva trovato un lavoro stabile. È tornata per amore, per amore della città. Dice di avere una vera e propria relazione con Napoli, fatta di sofferenza e passione. Dice che è tornata per essere felice, che poteva sentirsi felice solo dando il suo contributo in qualcosa in cui crede.

Poi ha incontrato Nicola. Sembra che le occasioni più importanti ce le regalino gli incontri e le relazioni. Erika ha da subito espresso il suo desiderio di contribuire con le sue competenze nell’ambito della museologia per far crescere Quartiere Latino.

Nicola Vincenzo Piscopo ed Erika Torlo – ofpublicinterest.eu

“Amore incondizionato e impegno. Sono questi i due ingredienti nella mia relazione con Napoli. Nonostante le sue contraddizioni, nonostante le problematiche, questa città deve comprendere che non le manca nulla e una realtà come Quartiere Latino, per la sua accessibilità è in grado di far arrivare questo messaggio a chiunque” afferma Erika.

E poi mi dice la frase che mi piace di più: la condivisione è potenza.

Erika accanto all’opera Sindone di Clarissa Baldassarri – ofpublicinterest.eu
Erika accanto all’opera Sindone di Clarissa Baldassarre – ofpublicinterest.eu
Ritratto di Erika – ofpublicinterest.eu

Non siamo proprio gli ultimi nella capacità di condividere, ce l’abbiamo nel sangue, nella storia, nella cultura. E non credo che siano casuali che progetti come Quartiere Latino germoglino e prendano forma proprio qui.

Erika indica la mappatura degli artisti nel raggio di un km – ofpublicinterest.eu

Il reportage fotografico è stato realizzato da Kristel Pisani Massamormile.

Per immergerti nel Quartiere Latino e ascoltare le voci degli artisti della Quarta Edizione guarda video reportage di Nina Jotti. Clicca qui https://youtu.be/zJXG4HHiF6g

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